L'UITILITa' dei mignoli
Yo era tornato dalle lezioni dell'Universita'. Era uno di quei
giorni in cui saoeva che non avrebbe aperto il suo testo di
economia politica. Si sedette alla scrivania. Tese le braccia
davanti a se'. Inquadrava fra i pollici e gli indici la sua
immagine riflessa in uno specchietto della birra Guiness,
extra strout. Poi distese tutte le dita e osservo' le mani. Era-
no bianche come il latte, inmvece che nere, come avrebbe volu-
to. Non sarebbe mai stato bello come un nero. Comunque ci te-
neva a quelle mani. Uscivano dai polsini della su camicia
bianca. "Uscivano". I polsini spuntavano dalle maniche della
giacca nera. Nonostante conoscesse la loro forza adesso quel-
le mani erano morbide, delicate, gentili, e penso' per un at-
timo che fossero lo specchio della sua anima. Fu uno dei pen-
sieri piu' idioti che avesse mai fatto, ma fu un attimo. Poi
soffermo' il pensiero sulla loro forma. Poi sui piccoli e de-
boli mignoli che pero' gli erano tanto utili per battere le a,
le q, le m e altre sulla macchina da scrivere. Anche questo
non era un pensiero eccezionale. Poi gli venne in mente una
storia. Cosi' all'improvviso non gli capitava spesso. Si tolse
la giacca e la getto' sul letto. Sistemo' un foglio nella mac-
china da scrivere e TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC CRRR
CRRR TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC ....................
scrisse tutto il radcconto battendo i tasti soltanto con gli
indici.
di Alessandro Ramalli, via Limite, 78
50013 Campi Bisenzio (FI)