SISTIANA '63
(Burroughs al mare)

Quando entrai nela stnza lo sceriffo sudava copiosamente

inzuppando tutta la camicia. Uno strano odore acre si insinuava

tra i batteri sdraiati sui petali dei fiori che stavano in un

vaso di acqua ormai putrida, posato sulla scrivania.

- John, entra e siediti, devo parlarti

MI sedetti e feci una serie di piccole scoreggie mentre mi

versavo un abbondante bicchiere di Mescal del '72. Il ventilatore

appeso al soffitto ebbe un sussulto e si fermo'. L'odore marcio

del•a morte si fece denso come nebbia.

- Ieri e' morto il doc Feelmore, impiccato all'albero maestro del

suo 12 alberi. Aveva i genitali purulenti ed emanava un forte

tanfo di morte.

-Suicidio od omicidio? - lo interruppi

- A giudicare dalle mani legate dietro la schiena direi omicidio,

ma non posso escludere che qualcuno sia arrivato in un secondo

momento... e gli abbia legato le mani

- A che scopo? - feci io

- Non so, proprio non so. Ad ogni modo il coroner mi dara' il suo

referto domani mattina.

Un tafano entro' dalla finestra e si poso' sulla lampo dei miei

calzoni strofinandosi con la pancia.

- Da quanto tempo abitava qui a Waikiki?

- Un paio d'anni all'incirca. Aveva ormeggiato la nave nella Baia

del Pirata Senza Naso, e non si mosse piu di li', tranne quando

scendeva a terra. Ma di notte era un viavai di barche, piroghe e

canoe; ogni note fuochi d'artificio, e balli di giovani vogatori

nudi, e grandi tornei di Tresette.

- Che vuoi ora da me, Ed?

- Scopri chi e' stato John. Io qui ho le mani legate e il culo

che mi pesa.

IL tafano mi aveva provocato una notevole erezione, cosi' per

liberarmene eiaculai, affogandolo.

Ormai il sudore formava una patina gelatinosa sul corpo di Ed,

che rimaneva immobile cercando senza riuscirci di articolare

qualche parola.

- OK Ed, ti mandero' un tecnico per il ventilatore.

Uscendo lasciai la porta aperta. Tornato in albergo mi

addormentai sul letto ancora sfatto e sentii il Mescal dare gli

ultimi morsetti al midolo spinale . Sognai di giovani bagnini che

ballavano su mosaici marini, pietruzze verdi che raffiguravano

cavallucci marini, pesci, conchiglie, polipi, onfore rotte in

mezzo alle alghe. Mi svegliai di soprassalto con una potente

erezione. Per calmarmi tirai fuori le mie Morfinoro e ne accesi

avidamente una. Squillo' il telefono e la voce di Ed che

gracchiava; - John aspettami dove sei. Arrivo.

Mezzora dopo stava mostrandomi un mazzetto di istantanee saltate

fuori durante la perquisizione della goletta.

- Che ne pensi John?

Le foto erano state prese in un locale con mosaici di pietre

verdi mare, sul pavimento un fondale marino, alle pareti giovani

nudi in posizioni decisamente oscene.

Ebbi una cerebro-sovrapposizione e per un istante apparve il

corpo di un uomo nudo penzolante dal soffitto, avvolto da una

nebbia rossastra e un alone putrido gli colava dai genitali.

Non risposi nulla, ma ero molto scosso. MI versai un doppio

Mescal e cosi' feci con Ed, che se lo trangugio' tutto d'un

fiato.Sul retro della foto un nome e una data:

SISTIANA 1963

Per due anni il mistero rimase tale, finche' un giorno Ed mi

chiamo' all'ufficio di Seattle.

- Credo che ti interessi - bisbiglio' nel suo buffo accento del

Sud- Abbiamo trovato uno dei marnai del Feelmore impiccato ad una

palma nella baia. Era seminudo, e fra i denti stringeva una

"napoletana a coppe".

- Busso ! - esclamai rizzandomi i capelli

- E' troppo tardi John, ma vedo che ci sei arrivato anche tu!

Quella sera il doc Feelmore giocava a tresette e tocco' a lui

fare il morto. Lui si oppose, litigarono, e alla fine lo

convinsero.

Ringraziai Ed e chiusi la comunicazione. Non fu facile prendere

sono quella notte, mente pensavo confusamente a tutte le vittime

che stava facendo in quel momento, sparse per il mondo,

quell'infernale gioco del tresette. Un bruto vizio, un vizio

mortale. Poi improvvisamente mi addormentai.

 

di Guido Maraspin
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06100 PERUGIA